Soft Skills: errori da evitare

3 semplici step per selezionare i talenti

Le Soft Skills, sono il futuro del mondo del reclutamento, ma sono notoriamente difficili da identificare e valutare. Secondo gli HR manager la parte più difficile nel processo di recruiting sta nell’inabilità di identificare i tratti caratteriali di una persona attraverso domande comportamentali.

Ecco quindi tre semplici step da seguire per facilitare questo processo:

Prima di tutto cerchiamo di capire cosa sono e come si differenziano dalle Hard Skills.
Esse sono quelle competenze trasversali che riguardano relazioni e comportamenti delle persone in qualsiasi contesto, che vengono usate tutti i giorni per interagire con l’ambiente e le persone che ci circondano.
Mentre le Hard Skills riguardano l’abilità di compiere specifiche mansioni e comprendono una conoscenza settoriale specializzata ed abilità tecniche, come lo svilippo sowftware o la conoscenza di una lingua straniera, le Soft Skills sono più incentrate sul modo in cui si compiono le azioni, il modo in cui ci si adatta, si collabora o si prendono decisioni. Le prime grazie alle loro caratteristiche sono molto più facili da misurare in comparazione con le competenze trasversali, che riguardano più il carattere, il comportamento, le abilità cognitive e il pensiero.
Il problema per i responsabili delle risorse umane risiede nel fatto che giudicare tratti come la creatività, l’adattabilità e la leadership spesso si rivela un lavoro arduo.

Quale è quindi il processo da seguire per poter individuare le Soft Skills di un candidato, che siano anche quelle più adatte per la propria azienda?

1. Less is more

Il troppo stroppia: ogni azienda richiede il proprio mix di competenze trasversali a seconda delle posizioni ricercate, del core business e dei valori aziendali. Prima di selezionare un candidato è quindi opportuno determinare internamente quali sono le Soft Skills fondamentali per l’azienda, senza dimenticare di analizzare quelle che sono già presenti attraverso un’analisi interna delle competenze trasversali dei propri collaboratori.

2. Ognuno al suo posto

Dopo aver compreso quali Soft Skills servono all’azienda è necessario restringere il campo, per capire quali sono essenziali per la posizione aperta.
Determinate competenze sono necessarie in ruoli specifici: un venditore dovrà avere buone capacità comunicative come un manager dovrà avere ottime capacità di leadership.

3. Attenzione alla Selezione

Dopo queste prime due fasi si passa alla fase più delicata, cioè la fase di selezione.
È opportuno durante questo processo utilizzare strumenti specifici standardizzati, poiché senza un processo accurato le valutazione della performance sono spesso inconcludenti. Nel corso di un’intervista siamo spesso inconsciamente condizionati dai bias che non ci permettono di dare un giudizio oggettivo del candidato. Tendiamo inconsciamente ad apprezzare maggiormente le persone più simili a noi (Similarity bias). Per questa ragione, per rendere il processo di candidatura più equo possibile, è necessario affiancare all’intervista personale, anche l’utilizzo di specifici strumenti standardizzati.

Le Soft Skills sono difficili da valutare e soprattutto da interpretare: come esseri umani siamo portati al rapporto interpersonale ed è quindi inevitabile lo scontro a volte con persone diverse da noi, ma un responsabile del personale deve essere in grado di andare oltre queste apparenze, dando la possibilità a chiunque di poter accedere ad una posizione aperta. Non bisogna lasciare che le opinioni personali e il proprio parere prendano la decisione lavorativa.
Per questo è necessario utilizzare gli strumenti adatti, per rendere la selezione il più obiettiva e standardizzata possibile, così da riuscire a trovare realmente le persone più adatte per il mix aziendale.